Una voragine si è aperta improvvisamente nel suolo in Turchia, nella provincia di Sivas. Si tratta di un fenomeno naturale, che può essere accelerato dallo sfruttamento delle acque sotterranee. I geologi spiegano la causa del fenomeno.
Una grossa voragine con un diametro di 7 metri si è aperta pochi giorni fa in Turchia, in un'area di campagna vicino al villaggio di Dereköy, nella provincia di Sivas. La voragine, che ha una profondità di circa 8 metri e che si è formata nel corso della notte, secondo quanto hanno riportato i media turchi, ha destato preoccupazione tra gli abitanti del villaggio, ma si tratta di un fenomeno ben noto in geologia.
Si creano delle caverne nel sottosuolo, che possono collassare inghiottendo tutto ciò che si trova in superficie e costituendo quindi un pericolo per le case e le infrastrutture. In questi pericolosi sprofondamenti l'acqua gioca un ruolo fondamentale, erodendo dal basso il sottosuolo.
A volte i sinkhole possono essere molto grandi, con decine di metri di diametro, oppure - come nel caso della voragine apertasi negli ultimi giorni in Tirchia - avere dimensioni più contenute.
I motivi legati a questo tipo di sprofondamenti possono essere molto diversi. In Turchia è ben noto il caso della provincia di Konya, nel distretto di Karapinar, dove negli ultimi anni si sono aperti moltissimi sinkhole. Sarebbero oltre duemila, secondo i media turchi - e sarebbero causati dall'eccessivo sfruttamento delle acque sotterranee.
Quando sono presenti terreni con presenza di rocce calcaree, soggette quindi a dissoluzione chimica, ed una intensa attività agricola con eccessivo sfruttamento delle acque sotterranee, il fenomeno naturale di dissoluzione delle rocce viene accelerato.
L'apertura di un "sinkhole" può diventare un problema serio in aree abitate, facendo crollare edifici o generando problemi alle infrastrutture.
Il rischio sinkhole è presente anche in Italia, dove dal 2002 è partito un censimento dei fenomeni naturali di sprofondamento, in aree di pianura, a scala nazionale. Questo censimento è stato realizzato e coordinato dal Servizio Geologia Applicata ed Idrogeologia dell’ISPRA.