Il cavalluccio marino è un piccolissimo animale marino che vive nei fondali poco profondi, in mezzo alle alghe e alla posidonia oceanica. La parola ippocampo è quella usata formalmente per nominare questa specie della famiglia dei Syngnathidae, caratterizzati da uno scheletro formato da placche ossee e da una testa simile a quella di un cavallo.
Si conoscono una cinquantina di specie di ippocampi, molto diverse per dimensioni e aspetto, ma che generalmente hanno il corpo sviluppato in verticale e sono in grado di mantenere una posizione eretta. L’ultima specie scoperta è stata trovata al largo della costa orientale del Sudafrica nel 2020 e ha le dimensioni di un chicco di riso.
Il cavalluccio marino è un pesce molto particolare. Il suo corpo si muove spinto da una pinna dorsale, che si trova prima della coda, ed è in grado di girare, sfruttando l’azione di due pinne pettorali situate ai lati della sua testa.
Il movimento avviene grazie alla pinna dorsale che batte da 30 a 70 volte al secondo ma le sue piccole dimensioni, oltre a una forma del corpo scomoda, rendono i suoi spostamenti molto lenti nell’ambiente marino.
Inoltre la coda serve anche da ancora, permettendogli di aggrapparsi saldamente ai ciuffi di posidonia o alle alghe. I cavallucci marini, inoltre, hanno degli occhi che possono muoversi indipendentemente l’uno dall’altro, facilitandoli il riconoscimento delle loro piccole prede, per lo più larve di pesci o crostacei.
Nel Mar Mediterraneo sono presenti ben 3 specie: l’ippocampo corto (Hippocampus hippocampus), l’ippocampo camuso (Hippocampus guttulatus) e il pony di mare (Hippocampus fuscus).
Il primo è di colore giallo o variopinto, talvolta rosso, grigio o marrone. Ha il capo appuntito, piuttosto corto e non ha escrescenze formate dall’esoscheletro sul corpo, tipiche invece dell’ippocampo camuso.
La loro vescica natatoria, che funge come un serbatoio di ossigeno e gas, permette loro di galleggiare e controllare la posizione nella colonna d’acqua ma senza un buon appiglio sarebbero in balia delle correnti.
Sul Mediterraneo la riproduzione dei cavallucci marini avviene verso la tarda primavera. Essa è caratterizzata da un lungo cerimoniale amoroso che termina con la femmina pronta a trasferire le uova in una tasca di incubazione (detto anche marsupio) posta sulla pancia del maschio.
Per questo motivo, la specie si definisce ovovivipara e stranamente a dare alla luce i piccoli è il maschio. Al momento del parto il cavalluccio si ancora con la coda a un o adatto, ad esempio a delle alghe, e inizia ad espellere i piccoli con ripetute contrazioni.
In natura è molto raro osservare le contorsioni del maschio durante la nascita dei piccoli ed ancora più improbabile osservare l’atto della deposizione delle uova nella tasca incubatrice da parte della femmina.
Si è anche scoperto che in alcune specie di cavallucci marini il tutto avviene solo durante le ore notturne. Già dalla nascita i piccoli, che misurano pochi millimetri, sono già capaci di procurarsi il cibo da soli. Generalmente la durata media di vita per un cavalluccio marino è di circa 4-5 anni. All’età adulta raggiungono una lunghezza di 14-16 centimetri.