Boschi distrutti dagli incendi, nuovo record nel mondo: Brasile e Bolivia guidano la classifica

Nel 2024, le foreste tropicali del mondo hanno subito una devastazione senza precedenti. Secondo un nuovo rapporto del World Resources Institute (WRI), ogni minuto sono andati perduti 18 campi da calcio.

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Il Sud America ha la maggiore perdita di foreste vergini a causa degli incendi

Per la prima volta in oltre due decenni di monitoraggio, gli incendi forestali sono diventati la principale causa di perdita delle foreste tropicali, superando l'agricoltura. Questi incendi, per lo più provocati da attività umane come l'espansione agricola, si sono intensificati a causa delle condizioni climatiche estreme, esacerbate dal cambiamento climatico. Il risultato: un tasso di distruzione pari a 18 campi da calcio al minuto.

Se ci concentriamo solo sulle foreste tropicali, quelle che si trovano tra i tropici del Capricorno e del Cancro, l'anno scorso sono andati persi a causa del fuoco circa 6,7 milioni di ettari di foresta pluviale primaria, una superficie equivalente alle dimensioni di Panama, afferma il rapporto basato su nuovi dati dell'Università del Maryland.

In zone come l'Amazzonia o il bacino del Congo, gli incendi non si verificano in modo naturale, ma sono quasi interamente provocati dall'uomo, generalmente come metodo rapido per ripulire la terra a scopi agricoli, hanno spiegato gli esperti.

America Latina, epicentro della perdita forestale

L'America Latina è stata la regione più colpita. Il Brasile ha guidato la classifica con 2,8 milioni di ettari di foresta primaria persa, spinta principalmente da incendi alimentati dalla siccità più intensa degli ultimi decenni. La Bolivia ha occupato il secondo posto, con un aumento del 200% della perdita di foresta primaria, sempre a causa di incendi esacerbati da siccità estreme.

Una foresta primaria, conosciuta anche come foresta vergine o foresta nativa, è quella che si sviluppa naturalmente e non è stata alterata dall'intervento umano nella sua storia.

In Bolivia, la maggior parte degli incendi nelle foreste tropicali è iniziata con lo sgombero delle terre per l'agricoltura su larga scala, in particolare per l'allevamento e le coltivazioni di soia, canna da zucchero, mais e sorgo. Queste pratiche, combinate con condizioni sempre più calde e secche, hanno trasformato molti di questi roghi in incendi fuori controllo.

incendi, foreste
Grafico che mostra l'aumento degli incendi forestali

Rod Taylor, direttore delle foreste e della conservazione naturale del WRI, ha affermato che il mondo è entrato in una “nuova fase”. “Non è più solo la deforestazione per l'agricoltura la principale causa [della perdita forestale]”, ha spiegato. “Ora abbiamo questo nuovo effetto amplificatore: un vero e proprio ciclo di retroalimentazione del cambiamento climatico, con incendi molto più intensi e devastanti che mai”.

Conseguenze ambientali e climatiche

Le foreste tropicali primarie, come l'Amazzonia in America Latina, il bacino del Congo e le foreste pluviali del sud-est asiatico, sono pozzi di assorbimento di carbonio cruciali che aiutano a regolare il clima globale assorbendo enormi quantità di CO2 che riscaldano il pianeta.

Il Brasile è stato responsabile del 42% di tutta la perdita di foreste pluviali tropicali nel 2024, secondo i dati più recenti. Questo dato non solo lo colloca in cima alla classifica globale, ma inverte anche i progressi ottenuti nel 2023, quando la deforestazione era scesa ai minimi storici con l'inizio del nuovo governo di Lula da Silva.

La perdita di foreste tropicali primarie nel 2024 ha provocato l'emissione di 4,1 gigatonnellate di anidride carbonica, superando le emissioni annuali di CO₂ derivanti dall'uso di combustibili fossili dell'India. Questa perdita non solo contribuisce al cambiamento climatico, ma riduce anche la capacità del pianeta di assorbire CO₂, aggravando ulteriormente il riscaldamento globale.

Nel 2021, oltre 140 paesi, tra cui Brasile e Bolivia, hanno firmato la Dichiarazione dei Leader di Glasgow, impegnandosi a fermare e invertire la perdita delle foreste entro il 2030. Tuttavia, nel 2024, 17 dei 20 paesi con la maggiore superficie di foreste primarie hanno registrato una perdita superiore a quella dell'anno della firma dell'accordo, indicando che siamo gravemente fuori rotta per raggiungere questo obiettivo.

Nonostante il quadro scoraggiante, ci sono esempi che offrono speranza. In Bolivia, il territorio indigeno di Charagua Iyambae è riuscito a tenere a bada gli incendi per il secondo anno consecutivo, grazie a investimenti in sistemi di allerta precoce e a politiche di gestione del territorio. Questo caso dimostra che la gestione indigena può essere efficace nella prevenzione degli incendi forestali.