Manca ormai pochissimo a giugno, il mese che segna il aggio dalla primavera all’estate nell’emisfero boreale. Il 1° giugno, infatti, entriamo nell’estate meteorologica, mentre il 21 giugno, con il solstizio, inizierà l’estate astronomica. Ma vi siete mai chiesti perché questo mese si chiama proprio “giugno”?
Come accade per tutti gli altri mesi dell'anno, le radici di questo nome risalgono all'antica Roma, ed agli antichi calendari in uso già più di duemila anni fa. Se gennaio deve il nome a Giano, il dio romano degli inizi e dei aggi, e marzo deriva da Marte, il dio della guerra, il mese di giugno è legato al nome di una divinità romana ormai dimenticata dai più.
Giugno è il sesto mese dell���anno nel calendario gregoriano, ma la sua storia affonda le radici in tempi molto più antichi. Nell’antica Roma, prima della riforma giuliana del 46 a.C., l’anno iniziava a marzo e terminava a dicembre.
In quel calendario, giugno era quindi il quarto mese, seguendo marzo, aprile e maggio.
Il nome giugno deriva dal latino Iunius, a sua volta legato a Iuno, la dea romana Giunone, che si rifaceva all'antica divinità greca Era. Giunone era la massima divinità femminile dell’antica Roma, protettrice del matrimonio, della fertilità e delle nascite.
Era venerata come sposa di Giove e faceva parte della triade capitolina insieme a Giove e Minerva. La sua origine si lega a culti italici precedenti e al ciclo lunare, simbolo di vita e fecondità.
La scelta di dedicare il mese di giugno a Giunone non era casuale. Giugno era infatti (e lo è tuttora) il mese del grande raccolto del grano, un momento fondamentale dell’anno agricolo romano, e inaugurava la stagione dell’abbondanza e del vigore della natura.
Per questo, Giunone rappresentava la dea ideale per accompagnare questo periodo di rinascita.
Questi nomi, tramandati attraverso i secoli, ci offrono uno sguardo affascinante sulle credenze e le strutture sociali dell'antica Roma, e continuano a influenzare il nostro modo di concepire il tempo ancora oggi.