Questa espansione verso Nord dell’anticiclone africano potrebbe spingere i termometri oltre la soglia dei primi +40°C anche su alcune regioni del nostro Paese.
Come avevamo già visto in questo articolo l’estate potrebbe riservare delle fasi molto calde su vaste aree del nostro continente. Negli ultimi giorni, i meteorologi europei stanno sollevando preoccupazioni crescenti per le previsioni della prossima settimana, che indicano un’alta probabilità di un’ondata di calore intensa in gran parte del continente, con particolare impatto sull’Europa meridionale e centrale.
Le proiezioni stagionali e i modelli meteorologici, come quelli elaborati dall’ECMWF (Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine) e dal servizio Copernicus Climate Change Service, evidenziano un quadro preoccupante, con temperature che potrebbero superare i +40°C in diverse regioni, alimentate da un’alta pressione africana e da condizioni climatiche sempre più influenzate dal riscaldamento globale.
Ormai è una caratteristica consolidata delle estati degli anni 2000. Il promontorio anticiclonico africano sta sostituendo sempre più frequentemente l’anticiclone delle Azzorre, tradizionalmente responsabile di estati più miti e stabili.
E ora a dare manforte a questa spinta verso l’Europa meridionale dell’anticiclone africano ci penseranno pure i monsoni, sia quello Indiano che il tradizionale monsone del Golfo di Guinea, che agevoleranno il rafforzamento del promontorio anticiclonico africano, che dall’area del Magreb si spinte fino alla Spagna e all’Italia.
I monsoni che interessano le coste dell’Africa e dell’Asia hanno delle ripercussioni sull’andamento della circolazione atmosferica, durante il periodo estivo, sull’area mediterranea. Nell’emisfero boreale, il sistema monsonico più intenso è il monsone indiano, connesso con il monsone di Guinea, che agisce nell’omonimo Golfo.
La prossima settimana con lo sviluppo di questa onda di calore che si originerà sopra il Sahara si potrebbero raggiungere valori estremi, con punte di +43°C in alcune zone di Italia, Spagna e Grecia, come già accaduto in ato in eventi simili.
Ma il gran caldo non si limiterà solo all’area del Mediterraneo, ma colpirà pure i Paesi dell’Europa centrale, come la Germania, con rischi significativi per la popolazione.
Dall’inizio della prossima settimana l’espansione verso Nord di questo promontorio anticiclonico africano influenzerà il tempo su gran parte dell’Europa meridionale, con temperature che potrebbero superare i +40°C in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia.
In particolare sulle aree più interne del Sud Italia e nelle due Isole Maggiori la colonnina di mercurio potrebbe varcare per la prima volta la soglia dei +40°C.
Più nello specifico in Italia il caldo si accompagnerà pure a elevati tassi dell’umidità relativa, rendendo le condizioni particolarmente afose. Le proiezioni stagionali ECMWF suggeriscono che il mese di giugno 2025 potrebbe essere tra i più caldi mai registrati, seguendo, purtroppo, il trend degli ultimi anni.
Il cambiamento climatico sta amplificando la probabilità e la gravità di questi eventi estremi. Secondo il World Weather Attribution (WWA), le ondate di calore in Europa sono rese fino a +2,5°C più intense dall’impatto dei combustibili fossili e delle emissioni di gas serra.
Questo trend è confermato dai dati dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) e di Copernicus, che sottolineano come 23 delle 30 ondate di calore più gravi in Europa dal 2000 si siano verificate nell’ultimo ventennio, con cinque solo negli ultimi tre anni.
Inoltre, il riscaldamento globale contribuisce a creare condizioni favorevoli per i cosiddetti “blocchi atmosferici”, configurazioni di alta pressione che persistono per giorni o settimane, intrappolando aria calda in regioni specifiche.
Uno studio dell’Alfred Wegener Institute evidenzia che la perdita di ghiaccio marino artico rallenta la corrente a getto, aumentando la probabilità di questi blocchi, come osservato nell’estate 2021 nel Mediterraneo.