Se si potessero installare pannelli solari su “tutti i tetti del mondo”, ciò aiuterebbe a invertire parzialmente il riscaldamento globale, con un calo della temperatura globale fino a 0,13 °C, secondo un nuovo studio scientifico pubblicato sulla rivista Nature.
I pannelli per la produzione di energia fotovoltaica, installati su tetti e terrazze, sono generalmente considerati un contributo locale alla mitigazione del cambiamento climatico. Tuttavia, fino a questo recente studio, non era noto il loro potenziale globale per contrastare il riscaldamento globale.
In questo nuovo lavoro, i ricercatori hanno mappato la superficie globale di tetti e terrazze con una risoluzione di 1 chilometro, quantificando 286.393 chilometri quadrati a livello mondiale grazie a tecniche di data mining geospaziale e intelligenza artificiale.
Utilizzando nove modelli avanzati del sistema terrestre (CMIP6), lo studio ha rivelato che queste tecnologie potrebbero ridurre la temperatura globale tra 0,05 °C e 0,13 °C entro il 2050.
Un'analisi regionale evidenzia la variabilità del potenziale dei pannelli per energia fotovoltaica e la necessità di approcci personalizzati per ottimizzarne l’implementazione, tenendo conto delle risorse solari locali, delle infrastrutture esistenti e dell’intensità di carbonio della rete elettrica.
La scoperta di questo gruppo di scienziati dimostra che l’uso diffuso di questi sistemi è una strategia concreta ed efficace per ridurre l’impronta di carbonio e combattere il cambiamento climatico su scala globale, promuovendo al contempo interventi mirati per massimizzare i benefici, specialmente nelle zone più soleggiate e urbanizzate.
Installare pannelli solari sui tetti semplificherebbe di molto le cose, anche perché la realizzazione di grandi parchi fotovoltaici richiede vaste aree di terreno che, in certi casi, comportano lo spostamento di popolazioni o la distruzione di habitat naturali, generando forti controversie.
Optare per l’installazione sistematica di pannelli su tutti i tetti di case, industrie, scuole, ospedali e altri edifici pubblici potrebbe generare fino a 19.500 TWh di elettricità all’anno, una quantità sufficiente a sostituire quasi completamente l’elettricità prodotta da fonti fossili, se combinata con sistemi di accumulo e gestione della rete.
È essenziale un’analisi preliminare per ogni regione dove si vogliano installare pannelli fotovoltaici, poiché non tutti i luoghi hanno la stessa disponibilità di risorse naturali, infrastrutture e intensità di carbonio nella rete.
Europa e Nord America rappresentano invece circa il 25% del potenziale globale, grazie alla loro concentrazione di edifici idonei.
Tra i vantaggi, oltre alla riduzione delle emissioni inquinanti e del riscaldamento globale, ci sono maggiore autonomia in caso di blackout o crisi energetiche, minori costi pubblici per l’elettricità e una maggiore sensibilizzazione verso la sostenibilità.
Inoltre, oltre a ridurre la propria impronta di carbonio e risparmiare sulla bolletta, installare pannelli solari è anche un ottimo investimento: le abitazioni dotate di questi impianti aumentano il loro valore fino al 20% rispetto a quelle che ne sono prive.
Ad esempio, il governo federale degli Stati Uniti ha promosso l’uso dei pannelli solari su infrastrutture strategiche con l’obiettivo di ridurre del 65% le emissioni entro il 2030 e rafforzare la resilienza energetica.
Nel Regno Unito, sono stati investiti 230 milioni di sterline per dotare 200 ospedali e 200 scuole di impianti solari, con un risparmio stimato fino a 45.000 sterline l’anno per edificio.
In Argentina resta molto da fare. Circa 140 scuole rurali nella provincia di Buenos Aires funzionano con energia solare, e nella città di Buenos Aires alcuni ospedali, come il Hospital de Clínicas, hanno cominciato a installare questi impianti come complemento. Estendere l’uso dei pannelli fotovoltaici ai tetti di molti edifici pubblici e privati rappresenterebbe un’azione dal forte impatto positivo.
Zhixin Zhang, et al. "Worldwide rooftop photovoltaic electricity generation may mitigate global warming". Nature. 7 marzo 2025.